
Un grave e raccapricciante
artentato a Milano rivendicato con un volantino dalle
Brigate Artistiche ai danni del
Premier. Il
corpo, sporco di sangue, era disteso sul pavimento della galleria Vittorio Emanuele. Una prima ipotesi dei vigili urbani intervenuti sulla scena fa riferimento ad un
suicidio, non confermato però dal magistrato a cui è stato affidato il caso. Infatti, in una mano il
Premier impugnava un taglierino e in tasca aveva un volantino con frasi sulla crisi economica: «Mi stanno dissanguando», «Mediaset non ce la fa», «La colpa è di alcuni acari annidati nelle procure». Il messaggio, da una prima perizia, sembra essere stato scritto con una macchina per scrivere a testina rotante che
sponsorizzava l’organizzazione terroristica
Brigate Rosse, periodo degli
anni di piombo. Il commissario coordinatore dell’
Ufficio anni Settanta della Digos ritiene che la chiave politica per interpretare il gesto sia racchiusa nel luogo del ritrovamento del
cadavere, davanti alla libreria Rizzoli. Di diverso parere, invece, è uno dei portavoce del centrodestra, Daniele Danovanta: «Noi riteniamo che le modalità e lo stile usati per l’
artentato al capo del Governo italiano, per la teoria dei vasi comunicanti, riconducono inevitabilmente ad un gruppo vicino all’
artentartista Giuliano Pisapia, sindaco di Milano, i suoi elettori non sono nuovi a questo genere di lotta politica. Non si illudano tutti – ha consluso Danovanta –, il pupazzo al termine non sarà distrutto». (:-)
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