
Janis Joplin
Il 4 ottobre del 1970 la soave voce rauca del rock smetteva di graffiare. Aveva 27 anni. E Janis Joplin non era più tale. In quella fuga in avanti nella vita l’aveva preceduta per lo stesso motivo di pochi giorni – il 18 settembre – un altro incendiario della musica, Jimi Hendrix. La realtà che passava nella sua stramba scatola tritatutto – la chitarra elettrica Fender Stratocaster sunburst – veniva riplasmata e mostrata candida e drammatica, e s’imponeva prepotente.
Lo stesso modulo di filtro in amplificazione e distorsione del suono e del reale lo utilizzava Janis con la sua voce, riusciva a inventare nuance con una voce che non poteva averne, con fughe forti, fortissime e tristi… Due strumenti formidabili, quasi uguali nell’uso, una voce dolcemente disperata ed una chitarra elettrica terribilmente umana in distorsione.
Questi due musicisti non sarebbero stati soli, come tanti altri di quegli anni. Di lì a pochi mesi, quarant’anni fa, il 3 luglio del 1971, scivolava silenzioso Jim Morrison, poeta maledetto dei Doors. Anche questa è un’altra storia. Uguale a tante altre e così diversa da tutte. Come quella di Janis e di Jimi.
E di tante ragazze e ragazzi sconosciuti, catturati dall’establishment (come veniva chiamato in quegli anni, ossia l’insieme di chi deteneva il potere economico, sociale e culturale) con una rete malvagia, l’eroina. Fra tutti i metodi inventati dal sistema – borghese di destra? di centro? di sinistra? fate voi – l’invenzione dell’eroina per sconfiggere una cultura, un sogno giusto o sbagliato, è stato quello più vigliacco, più orribile.
In quel periodo, iniziato alla fine degli anni Cinquanta, fu combattuta una guerra silenziosa, di cui non si è mai parlato come tale. È stato così che quelli che volevano cambiare il mondo, quelli che credevano nella non violenza e nel disarmo furono eliminati o piegati. Quelli che pensavano che potesse esistere un altro tipo di famiglia umana furono narcotizzati e abbattuti. E nessuno ha mai reclamato giustizia.
Mentre le menti migliori del rock mondiale venivano disinnescate con l’eroina, l’industria musicale degli anni Sessanta e Settanta inventava cantanti e gruppi di musica leggera che fingevano un modo di essere. Era un divertimento all’epoca per i discografici copiare e, contemporaneamente, spogliare, svuotare la musica della carica sovversiva. E l’industria musicale italiana era molto abile a mettere sul mercato quel tipo di finzioni, aiutata dalla nascente industria della moda, dalla televisione e dal cinema.
Jimi Hendrix ci credeva: «un giorno anche la guerra s’inchinerà al suono di una chitarra». Ma né lui, né Janis Joplin lo hanno visto, nessuno ha potuto, perché il mondo è stato riportato sulla vecchia strada molto in fretta. Quella dalla quale nessuno è mai uscito vivo.
Citazioni, Jimi Hendrix
- La luce che brilla il doppio dura la metà
- Se sono libero è perché sono sempre in fuga
- Sono stato imitato così bene che ho sentito persone che copiavano i miei errori
- La conoscenza parla, ma la saggezza ascolta
- Tecnicamente non sono un chitarrista, tutto quello che suono è verità ed emozione.
- Hendrix salì sul palco con la chitarra e disse: Se Eric Clapton è fra il pubblico, potrebbe farmi il favore di salire sul palco e accordare questo aggeggio?
- Prima di andare in scena, il mio road manager mi disse: "Jimi, brutto cafone cencioso, non vorrai mica andare in scena così, no?" io gli risposi: "Appena finisco la sigaretta il vestito sarà perfetto". Io mi piaccio così, mi trovo a mio agio così.
- Dimenticate ciò che è successo ieri e domani, e oggi. Stasera creeremo un mondo completamente nuovo.
Citazioni di Janis Joplin
- Sul palco faccio l'amore con venticinquemila persone, poi torno a casa da sola.
- Puoi distruggere il tuo presente preoccupandoti del tuo domani.
- Alcuni artisti hanno un modo di vivere e un modo di fare arte, per me ne esiste uno solo.
- Non venderti: sei tutto ciò che hai.
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Jimi Hendrix, documentario del 1973 ed esecuzione di The star-spangled banner
Janis Joplin, Summertime