
C’era una volta lo studioso Specialista, giustamente fiero di sé. Al termine di studi brillanti, si è votato al sacerdozio della ricerca. Ma gli anni austeri trascorsi in biblioteca o in laboratorio non sono stati vani. I suoi lavori sono diventati noti e la comunità scientifica li ha annoverati tra le referenze autorevoli. I suoi colleghi lo rispettano e i suoi studenti lo ammirano.
Eppure, già allora, nel suo cuore covava una punta di insoddisfazione e di inquietudine. Non che disprezzasse i riconoscimenti della comunità scientifica; al contrario, voleva di più: più spazio, maggiore raggio d’influenza, più potere in ragione delle competenze acquisite. Del resto, che vale la teoria senza la prassi? Senza esitare, si decide a fare il gran passo: diventa consulente Esperto.
Ma l’Esperto non è Faust: non sottoscrive un patto con Mefistofele, bensì un contratto di prestazione con un potente datore di lavoro (Stato, Impresa, Organizzazione); infine, si mette al suo servizio. Quanto alla sua “metamorfosi”, essa gli pare quasi impercettibile, senza danni, senza strascichi e alla luce del sole: lo Specialista diviene l’Esperto. Dove sta la differenza? L’Esperto non è il Mister Hyde dello Specialista, ne è il supplemento o piuttosto il complemento: ha sempre da fare con il sapere, ma questa volta è sapere applicato. Meglio ancora: la mutazione è piuttosto maturazione e compimento, dallo Specialista-bruco all’Esperto-farfalla.
Il suo accesso ai primi posti della scala sociale si realizza senza disperdere e vanificare le sue doti scientifiche. Ha conservato il suo posto, garantisce di continuare il suo lavoro di ricerca: non fa che sottometterlo ad una verifica empirica; è vero, ahimé, non ha più tempo per insegnare, ma tiene conferenze e seminari nelle numerose fondazioni di cui è un membro attivo. E, per di più, lo fa dietro un lauto compenso, che si aggiunge a quelli dello Specialista, ma che, come solennemente dichiara, ha un valore più che altro «simbolico».
Qual è la differenza tra lo Specialista e l’Esperto? L’Esperto è influente. Le sue frasi hanno un’eco, le sue analisi producono conseguenze. Non rimpiange l’epoca tutta ideologica dei bolsi «intellettuali», tuttologi e buoni a nulla, e disprezza i loro eredi, oziosi pifferai e demagoghi senza costrutto. L’Intellettuale è morto, viva il Tecnico! La promozione politica del consulente Esperto non è che un atto di giustizia e, insieme, di ottimazione sociale.
E’ la giusta conseguenza della valorizzazione della scienza stessa: lui, l’uomo che conosce le leggi del mondo, non è forse il più legittimato a diventarne il legislatore? Il suo predecessore, lo Scienziato Professore, aveva creduto di poter restare nell’Università: credeva che bastasse diffondere il sapere, formare gli spiriti, educare l’uomo normale e attendere che la Storia realizzasse infine la Legge.