Amore e guerra sono stati tradizionalmente abbinati nelle figure di Venere e Marte, Afrodite e Ares. Tale consueta allegoria si esprime nei consueti slogan: fate l’amore non la guerra, in amore e guerra tutto è permesso; e nel consueto alternarsi dei comportamenti: riposo, ricreazione e rinfrancamento nel bordello delle retrovie e poi ritorno alla caserme per soli uomini. Esiste tuttavia, al di fuori di questi accoppiamenti che di fatto separano Marte e Venere, ponendoli come alternativi, un’esperienza venusiana in Marte stesso, che si manifesta in un amore sensuale per la vita pur nel mezzo della battaglia, nella cura per il particolare concreto che è incorporata in tutti i regolamenti militari, in quell’agghindarsi e pavoneggiarsi e fare i bellimbusti dei cavalieri (oggi detti «i nostri ragazzi») in libera uscita. Sono figli di Marte o di Venere?
In realtà, bisognerebbe considerare più attentamente l’aspetto estetico di Marte: anche lì si cela un amore. Visti dagli spalti per i civili, i riti e la retorica militari appaiono kitsch e pomposi. Ma proviamo a considerare questo linguaggio, queste procedure come una sensibilizzazione dell’immaginazione fisica attraverso la ritualità. Pensiamo a quanti diversi tipi di lame, di tagli, punte, metalli e tempre prendono forma nei vari pugnali, spade, aste, sciabole, asce, spadini, daghe, lance, picche, alabarde che sono stati amorevolmente affilati con l’idea di uccidere. E pensiamo alle ricompense per aver ucciso: Croce di Ferro, Croce della Regina Vittoria, medaglia all’onor militare, Croce di Guerra; e agli accessori: bastone di bambù, frustino, spalline, stellette, pistole dal calcio d’avorio.
E la musica: la sveglia e il silenzio, tamburi e cornamuse, pifferi e tamburi, trombe, corni, marcette e bande militari, con i loro ottoni e l’oro dei galloni sui berretti. E poi la sartoria militare e i creatori di moda: gli stivali di Wellington, il Montgomery, il colbacco napoleonico, berretti verdi, giubbe rosse, caschi blu. Formazioni, ranghi, promozioni. Stendardi, vessilli, alzabandiera.