
«Ma tu, per chi stai, insomma? Per i fascisti?», ricordo che lui le chiese, un giorno, scuotendo la grossa testa sudata. Non capiva.
Che cosa dunque c’è stato, fra loro due? Niente? Chissà. Certo è che, quasi presaga della prossima morte, sua e di tutti i suoi, Micòl ripeteva di continuo anche a Malnate che a lei, delsuo futuro democratico e sociale, non gliene importava nulla, che il futuro, in sé, lei lo aborriva, ad esso preferendo di gran lunga «la vierge, le vivace et le bel aujourd’hui», e il passato, ancora di più, il caro, il pio passato.
E siccome queste, lo so, non erano che parole, le solite parole ingannevoli e disperate che soltanto un vero bacio avrebbe potuto impedirle di proferire: di esse, appunto, e non di altre, sia suggellato qui quel poco che il cuore ha saputo ricordare.
Il giardino dei Finzi-Contini, Giorgio Bassani