
Il tunnel del libro di Matej Kren nella biblioteca di Praga. Foto di Loungerie
I romanzi di Umberto Eco presentano una struttura complessa che si sviluppa attraverso continui rimandi ad altri testi, con citazioni, molto spesso implicite, non sempre facilmente individuabili anche dai lettori meno sprovveduti. Il volume di Marco Trainito Umberto Eco: odissea nella biblioteca di Babele – pubblicato nella collana I Centotalleri diretta da Jacopo Agnesina e Diego Fusaro – costituisce in questo senso un indispensabile strumento per comprendere le molteplici stratificazioni di significato che possono essere rintracciate nei sei romanzi scritti da Eco tra il 1980 e il 2010 (Il nome della rosa, Il pendolo di Foucault, L’isola del giorno prima, Baudolino, La misteriosa fiamma della regina Loana, Il cimitero di Praga).Trainito accompagna il lettore nell’interpretazione dei testi con competenza filologica e gusto per l’ironia, segnalando riferimenti noti, ma, soprattutto, scoperte originali che offrono un contributo significativo nell’ambito della critica e consentono di rileggere questi romanzi attraverso prospettive diverse. L’autore di questa vera e propria guida nel labirinto della letteratura echiana, prende le mosse dalla convinzione che la produzione narrativa di Eco sia inseparabile da quella saggistica. Ed è proprio nelle opere di semiotica, oltre che in alcuni scritti occasionali, che vengono rintracciate le chiavi di lettura dei romanzi.
Così, ad esempio, la logica abduttiva di Peirce, che si avvicina al metodo investigativo di Sherlock Holmes descritto da Arthur Conan Doyle, è al centro delle riflessioni teoriche di Eco proprio nel periodo in cui si dedica alla stesura del romanzo giallo di ambientazione medioevale Il nome della rosa; la polemica nei confronti dell’ermeneutica pantestualista, riconducibile al decostruzionismo di Derrida, al pragmatismo postmodernista di Rorty e al “pensiero debole” di Vattimo, costituisce la premessa filosofica su cui si fonda la critica al ciarpame letterario di carattere esoterico, ermetico e misterico che viene ironicamente stigmatizzato nel Pendolo di Foucault; fino ad arrivare alla parodia del mito del “complotto”, criticato dall’Eco filosofo in molte occasioni assieme a tutte le interpretazioni selvagge della storia, rintracciabile nel Cimitero di Praga, un romanzo che Trainito dimostra essere una sorta di spin off proprio del Pendolo.